mercoledì 30 gennaio 2008

With the headlights pointed at the dawn



La mia mente ha toccato il sole. Quel sole freddo bollente che sta per sprofondare nella pianura sconfinata. E ora ho bisogno di raccontartelo. Come se stessi ancora ad ascoltarmi. Come se il pensiero di me ancora sfiorasse le tue notti insonni e le tue lenzuola morbide di pomeriggio. Come se io fossi sempre stato qui ad aspettarti. Invece sto viaggiando con la tua città alle mie spalle. E davanti a me un tramonto che sembra un’alba. Una sfera color porpora che sta tingendo i confini del mondo. Che porta la morte e la vita allo stesso momento. Senza dare la possibilità e il tempo per distinguerle. Ho i fari puntati contro il sole e assaporo per un istante questa falsa eternità. Il dolore è infinito come la nostra esistenza: berremo dai calici traboccanti di veleno, moriremo e resusciteremo milioni di volte ancora. “With the headlights pointed at the dawn. We were sure we'd never see an end to it all”. La luce decadente cattura la mia ragione in un turbine di pensieri. Ci sono io e nessun altro. Ci sono gli altri e io non esisto più. Sono il protagonista o una comparsa quasi sconosciuta? Percepisco come relativo il mio stesso respiro. L’aria che inalo contiene ricordi e presagi. Contiene ogni volto e ogni parola che io abbia percepito. Contiene me e contiene il cosmo intero. Respirare è soltanto un’abitudine. Che abbandoneremo per tornare a essere polvere, terra e …musica. “That we don't even care to shake these zipper blues. And we don't know just where our bones will rest, to dust I guess, forgotten and absorbed into the earth below”. E corrono i miei pensieri senza sosta. Dalla città che lascio alla campagna desolata che sto attraversano. Luoghi che solo il vetro e l’acciaio hanno riscattato dall’oblio dell’uomo, proiettandoli verso un futuro indecifrabile e oscuro. Chilometri di colpe costruite sul cemento. Vorrei fermarmi ma non ci riesco. Da solo sto correndo più veloce di quanto noi avessimo mai sperato. “That we don't even care as restless as we are, we feel the pull in the land of a thousand guilts and poured cement, lamented and assured, to the lights and towns below. Faster than the speed of sound. Faster than we thought we'd go. Beneath the sound of hope”. Viaggio senza un tempo e l’orizzonte mi invita a incendiare il presente su questa strada, ora che non c’è nessuno. “The street heats the urgency of nowAs you see there's no one around”. Non c’è un senso conoscibile se non la ricerca del senso stesso. Inutile eppure inevitabile. Io sono soltanto pensieri, muscoli ed ossa. Il mio spirito è altrove e non posso che osservarlo con reverenza, dirigersi verso il sole e schiantarsi su di esso. Percepisco questa dimensione nell’istante in cui il sole e la pianura si toccano. Non ci saranno più scuse. Né più demoni affamati di vita. Soltanto il silenzio di una strada. E un sole gelido. Nel luogo dove noi ci rincontreremo. “Hung down with the freaks and the ghouls. No apologies ever need be made I know you better than you fake it to see… On a live wire right up off the street You and I should meet”.

Le parti in inglese sono tratte da “1979” by Smashing Pumpkins

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Daniel, eccoti ancora una volta a pendolare tra gli estremi… alba, tramonto... vita, morte… freddo ,bollente… confini del mondo... come se fossi ancora qui, in realtà me ne sto andando… Vorrei fermarmi ma non ci riesco… un equilibrio impossibile perché viaggio senza tempo… e l‘orizzonte mi invita ad incendiare il presente perché lo spirito è altrove…
Che la chiave sia riportare lo spirito al qui e ora? ricongiungersi alla fisicità, alla brevità ed intensità dell’istantedi una dimensione temporale?
Ma il tuo spirito è grande e potente e vuole sempre andare oltre… confinato in questa esperienza umana…
Sembra un prigioniero in gabbia che misura a grandi passi i limiti della sua cella, avanti e indietro…
Medita la fuga? O l’equilibrio?

Ti abbraccio...

Fly

Anonimo ha detto...

cosa sarebbe un'alba se non potessimo raccontarla, anche solo a noi stessi? una comparsa non lo è della sua vita, dei suoi pensieri, dei suoi dolori, dei suoi vuoti. il senso ci insegue, c'è chi gli sta davanti, chi indietro. comunque si corre.

Anonimo ha detto...

alba che si confonde con il tramonto, vita con morte, dolore con felicità di raccontare, pensieri che si susseguono... la vita che si spegne e si rinnova, un'eterna rinascita non corrisponde forse ad un eterno morire? mhm...

Ciao Dolcezza, tu scrivi da Dio ed io ti adoro e lo sai, ed anche in queste mie pause non posso fare a meno di bere il calice del tuo dolore... On the road... tu stai almeno provando ad andare, io non sono ancora in grado di partire invece...

Un abbraccio dei nostri, Sabi

Anonimo ha detto...

Ecco... Un po' in silenzio, ma non posso non commentarti stavolta... Sottovoce però...

"Non c’è un senso conoscibile se non la ricerca del senso stesso. Inutile eppure inevitabile."

E poi gli Smashing. Che adoro e avrei voluto farci su un post, ma non so quando. E poi il 1979 è l'anno in cui sono nata.
Grazie. Dei pensieri. Un bacio.
Torno a dormire ora...

Anonimo ha detto...

Comincio a capire, caro Daniel, vivere gli estremi è per te vivere la tua dimensione per intero nella sua infinita grandezza ed infinita piccolezza...
Sto rispondendo...
Un abbraccio

Fly

Anonimo ha detto...

E' uno stallo sereno Dan e comunque non mi tiene troppo lontano.
Ci sono strade silenziose che paiono ripiegarsi sotto i raggi gelidi di un sole che, a volte, è di ghiaccio è vero, ma ce ne sono anche e molte, che si snodano lisce e restituiscono il calore che i raggi di un sole abbacinante, ha loro regalato. Esse ci sono Dan, anche per te. Gas

Laura Ingallinella ha detto...

"Respirare è soltanto un’abitudine. Che abbandoneremo per tornare a essere polvere, terra e …musica."

Quanto darei per poterlo fare adesso.Sono letteralmente oberata di impegni, ed è consolante pensare che "dopo", ci sarà tempo.
Tempo per pensare alla terra, alla musica...
per me... ci sarà tempo per le parole.

Per ora, tutto tace.

Novello Icaro, sopravvissuto al contatto col sole (ma si sopravvive davvero?)... le porgo i miei omaggi.

Un abbraccio, Laura

Anonimo ha detto...

bellissima 1979..

c'è un istante nel quale tutti incontriamo ogni cosa ci è data. e molte di quelle che abbiamo preso operduto..

un saluto, a presto!

Anonimo ha detto...

Il "modo" è sempre interessante, musicale. Mi piace molto.
Sul contenuto come sai, ho qualche perplessità... forse io mi sono stancato presto di bere il mio dolore e non permetto a nessuno di uccidermi due volte. Questo sta diventando il mio limite... ma sto divagando.
Ma la mia è una perplessità sciocca... difficile essere diversi da quello che si è. Impossibile addirittura. Mi sembra che nel tuo essere altrove, ci sia anche qualche spiraglio di sole. Per quanto sia un sole freddo.
Un abbraccio.
Robby